martedì 30 agosto 2011

ACR 2012 CI SIAMO!

ECCO uscita la presentazione del cammino dell'anno dell'ACR: le linee guida in un Power Point pubblicato oggi sul sito nazionale ACR a questo link:

Un cammino, quello dell'ACR, che nasce "dalla ormai più che centenaria esperienza di formazione associativa, radicata nel cuore della comunità ecclesiale", da cui "emerge con chiarezza il nesso profondo tra l’educazione e un amore generoso, ricco di dedizione. Di qui la convinzione – vogliamo ribadire – che chi ama, e solo chi ama, educa veramente. L’educazione non può limitarsi alla trasmissione di “nozioni”  attraverso tecniche che mettano in campo delle, sia pur necessarie, competenze pisco-pedagogiche. L’educazione è, prima di tutto e fondamentalmente, una scelta di speranza che investe sulla libertà della persona, una scelta operata da testimoni e maestri capaci di scorgere in ogni essere umano la scintilla di Dio. In tal senso è una risposta del cuore animata da una profonda passione per l’uomo. Ed è un’impresa comunitaria che passa per uno scambio affettuoso tra generazioni. (Franco Miano)"

 Che dire?! A ciascun educatore la responsabilità di leggere e iniziare a pensare al nuovo anno!!!

GIOSUE... chi era costui?! PRIMA PARTE

Cari educatori ACR che vi accingete a partire per il campo elementari PER IL MIO POPOLO tra meno di 3 giorni... un ripassino su Giosué, personaggio guida del campo, non fa male a nessuno, me compresa!! Ovviamente abbiamo deciso di conoscere a dovere la sua storia, dedicandoci personalmente alla lettura del libro della Bibbia che porta il suo nome, integrato da passi del libro dei Numeri, dell'Esodo e del Deuteronomio (ci sono 3 notti intere da qui a venerdi!), ma per stringere ed invogliare tutti a saperne di più riepilogo in breve la SUA STORIA (grazie Wikipedia!):


GIOSUE: Racconto biblico

Successione di Mosè

Giosué nasce in Egitto al tempo della schiavitù degli Ebrei. Partecipa all'uscita dall'Egitto degli Ebrei sotto il comando di Mosè. Si distingue come comandante militare quando le tribù ebraiche sono attaccate dagli Amaleciti a Refidim (cfr. Esodo 17,8-16).
Assiste Mosè e lo accompagna un tratto nella salita al Monte Sinai dove Mosè riceve le tavole dei dieci comandamenti (cfr. Esodo 32,17). È uno dei dodici esploratori che Mosè manda a perlustrare il paese di Canaan. In questa occasione prende il nome di Giosuè, chiamandosi in precedenza Osea (cfr. Numeri 13,16-17). Solamente Caleb e Giosuè portano notizie incoraggianti riguardo alla loro perlustrazione. Essi saranno dunque i soli di quella generazione ad entrare nella terra promessa dopo che il popolo ha errato per 40 anni nel deserto.
Prima di morire sulla riva orientale del Giordano, Mosè designa Giosuè come suo successore e lo incarica di attraversare il fiume e di condurre il popolo alla conquista del paese di Canaan.
La conquista del paese di Canaan è descritta nel libro di Giosuè. Secondo il testo, Dio incoraggia Giosuè ad essere forte e ad appoggiarsi sulle leggi della Torah per condurre il popolo.

Attraversamento del Giordano

Giosuè ottiene l'appoggio delle due tribù e mezza (tribu di Rubentribù di Gad e la metà della tribù di Manasse) che si erano installate all'est del Giordano per aiutare le altre tribù a conquistare il paese.
Il primo ostacolo è il fiume Giordano. Giosuè fa avanzare l'Arca dell'Alleanza portata dai sacerdoti davanti al popolo. Il fiume arresta miracolosamente il suo scorrere e permette l'attraversamento dei conquistatori israeliti. Giosuè erige un monumento di dodici pietre sulla riva ovest a Galgala. Galgala sarà il punto di partenza per tutte le conquiste successive.
Giosuè fa circoncidere tutti gli uomini ebrei nati nel deserto e che non erano stati circoncisi. Così può celebrare la Pasqua, commemorazione dell'uscita dall'Egitto.

Conquiste di Giosuè

Davanti alle mura di Gerico.
L'antica città di Gerico costituisce la prima conquista degli israeliti sotto il comando di Giosuè. Il testo della Bibbia racconta che le mura della città sono cadute dopo che i sacerdoti hanno girato sette volte per sette giorni attorno alla città suonando lo Shofar. La città viene rasa al suolo ed una maledizione viene pronunciata contro tutti gli abitanti di Gerico. Tutti gli abitanti sono uccisi, ad eccezione della famiglia di Rahab, una prostituta che aveva ospitato le spie ebraiche.
In seguito Giosuè conquista Ai e Gabaon.
Le conquiste continuano per molti anni sempre più ad ovest fino a Gaza e a nord fino alla costa Fenicia.

Installazione delle Tribù

Dopo la conquista della quasi totalità del paese di Canaan, Giosuè amministra l'insediamento delle tribù e la divisione del territorio. Inizia dalle tribù di Giuda, di Efraim e di ManasseCalebottiene la città di Hebron. L'Arca dell'Alleanza è trasportata da Guilgal, dove si trovava dopo il passaggio del Giordano, a Silo (sarà spostata poi a Gerusalemme dal re Davide).
Giosuè crea le città-rifugio per i leviti. Ottiene per se la città di Timnath-serah. Le due tribù e mezza ritornano alle loro terre all'est del Giordano.
Alla fine della sua vita Giosuè convoca gli anziani e i capi delle tribù. Li esorta a non fraternizzare con la popolazione locale. Domanda pubblicamente al popolo di restare fedele a Dio, il quale si era tante volte manifestato a loro. Giosuè muore all'età di 110 anni e viene sepolto a Timnat Heres/Timnat Serah.
Dopo la morte di Giosuè inizia per il popolo ebraico il periodo dei Giudici.



IL LIBRO DI GIOSUE:


Il libro di Giosuè (ebraico יהושע yehoshuà' ; greco Ιησούς iesúslatino Iosue) è un testo contenuto nella Bibbia ebraica (Tanakh) e cristiana.
È scritto in ebraico e, secondo l'ipotesi maggiormente condivisa dagli studiosi, la sua redazione definitiva, ad opera di autori ignoti, è collocata al VI-V secolo a.C. in Giudea, sulla base di precedenti tradizioni orali e scritte, in particolare della cosiddetta fonte deuteronomista del VII secolo a.C. (vedi Ipotesi documentale).
È composto da 24 capitoli descriventi la storia della conquista della terra di Canaan (Palestina) da parte delle dodici tribù guidate da Giosuè, successore di Mosè. Il periodo descritto è tradizionalmente riferito al 1200-1150 a.C. (vedi Storia degli Ebrei).

La prostituta Raab

Giosuè invia due spie nel territorio di Gerico, città nemica. Come prima cosa essi passarono la notte a casa di una prostituta, Raab. Venutolo a sapere il re di Gerico, intima alla donna di consegnare i due uomini, ma Raab li nasconde e lo inganna dicendo che sono fuggiti. Passato Raab racconta ai due uomini che la fama dell'esodo degli ebrei, della loro protezione divina e dello sterminio degli Amorrei ha riempito di terrore gli abitanti e fa giurare ai due uomini che risparmieranno la sua vita e quella della sua famiglia, e in cambio li fa fuggire attraverso le mura della città.

Il passaggio del Giordano

Rientrati gli esploratori all'accampamento ebraico vengono compiuti diversi riti religiosi accompagnanti da miracoli: al passaggio dell'arca dell'alleanza le acque del Giordano si fermano e il popolo d'Israele può attraversare il fiume all'asciutto. L'arca viene fermata in mezzo al fiume e 12 uomini, uno per ciascuna tribù d'Israele, prende una pietra come memoriale del passaggio miracoloso. Terminato il passaggio le pietre vennero erette a Galgala, in prossimità di Gerico. Qui Giosuè fa circoncidere tutto il popolo di Israele, composto esclusivamente da persone della generazione successiva a quella che era stata schiava in Egitto. Dopo la circoncisione venne celebrata la pasqua ed ebbe termine la manna dal cielo. Giosuè fa un incontro misterioso: vede davanti a sé un uomo con la spada sguainata, che afferma di essere il capo dell'esercito del Signore, e Giosuè gli rende omaggio prostrandosi con la faccia a terra.

Le mura di Gerico

Gli israeliti cingono d'assedio la città di Gerico: ubbidendo all'ordine del Signore i soldati ebrei fanno per sei giorni un giro attorno alle mura della città. Al settimo giorno i soldati fanno sette giri e poi sette sacerdoti, con sette trombe di corno d'ariete davanti all'arca dell'alleanza, avanzano suonando con l'avanguardia che li precede e la retroguardia che segue l'Arca, facendo ancora una volta un giro delle mura con il popolo che assiste in silenzio. Questo rito viene ripetuto per sette giorni. Nell'ultimo giorno anche l'arca fa sette giri e, dato fiato alle trombe, il popolo lancia il grido di guerra e le mura di Gerico crollano. La popolazione è votata allo sterminio completo, tranne la casa di Raab, e gli oggetti preziosi sono consacrati al Signore.
Nel saccheggio alcuni israeliti si impossessano di oggetti. Il Signore si adira e gli ebrei vengono sconfitti in scontri con le popolazioni locali. Il Signore comunica a Giosuè che, per riavere il favore divino, dovrà sterminare i colpevoli fra il popolo. Scoperto il trasgressore attraverso sorteggi successivi egli viene lapidato e bruciato, assieme a tutta la sua famiglia.



lunedì 29 agosto 2011

A SPASSO TRA LE RESPONSABILITA'...

A SPASSO TRA LE RESPONSABILITA'... per saperne di più su come funziona l'AC!

Oggi scopriremo qualcosa di più su una delle "cariche" del Consiglio Parrocchiale di AC: il Responsabile Parrocchiale Giovani... chi è? cosa fa? quali sono i suoi impegni? le sue responsabilità? a cosa serve? e soprattutto, cosa può fare per noi, per ogni socio di AC e per la parrocchia intera?!
Scrive A. Trovato nel sito di AC nazionale:



Chi è nella realtà questo responsabile? Quale servizio svolge in parrocchia? Per evitare dubbi partiamo da ciò che non è! Non è il malcapitato di turno al quale gli altri educatori delegano la partecipazione agli incontri diocesani o parrocchiali di formazione. Non è neppure il “capo” degli educatori che si sceglie la propria squadra e ne mette a dura prova la pazienza con continue riunioni. Non è infine nemmeno il supereducatore prediletto dal presidente o dall’assistente e dal quale gli altri possono solo imparare. Ma allora chi è il responsabile parrocchiale del settore giovani? Scopriamone assieme i tratti salienti e proviamo a tracciarne i contorni.
- Innanzitutto è designato dal consiglio parrocchiale e, se non già eletto, con questo incarico ne entra a far parte. Ciò fa capire l’attenzione dell’intera associazione per questa figura e per il suo ruolo di coordinamento delle varie istanze degli educatori del settore. 
- Coordina con discrezione ed equilibrio la vita del settore, è attento alla dimensione associativa dei cammini ed è punto di riferimento permanente per progettare insieme percorsi concreti e analizzare le difficoltà incontrate.
- Favorisce l’unità interna del settore creando legami e relazioni tra le diverse fasce d’età, curando, in modo programmato e condiviso con tutta l’associazione, i passaggi dall’ACR ai giovanissimi, dai giovanissimi ai giovani, dai giovani ai giovani-adulti, da questi ultimi al settore adulti, organizzando dei momenti comuni (di preghiera, di servizio, ecc.).
- Si dedica alla formazione degli educatori del settore, accompagnando personalmente soprattutto coloro che si sono accostati da poco a questo servizio, sollecitando la partecipazione agli incontri diocesani di formazione e organizzando, eventualmente, ulteriori incontri complementari.
- Contribuisce a costruire rapporti di comunicazione e di fraternità “che costituiscano il tessuto connettivo di una vera vita associativa” (Progetto Formativo pag.87), con il Presidente, l’Assistente, il Consiglio, i responsabili degli adulti e dell’ACR.
- È capace di tessere continui legami di comunione con gli organismi pastorali della vita ecclesiale entro cui l’AC vive, aiutando gli educatori a non chiudersi nel proprio gruppo e a “percepirsi, fondamentalmente, come presenza missionaria e relazionale nel territorio”. (Pietre Vive, pag.36) Ciò si concretizza, ad esempio, promuovendo, insieme alle altre figure educative presenti (catechisti, animatori, capi scout,ecc.), iniziative per tutti i giovani del territorio.
- Aiuta i singoli gruppi a mantenere vivo il proprio “spirito” diocesano attraverso un collegamento costante con l’equipe diocesana del settore giovani e facendosi portavoce di particolari richieste o proposte degli educatori parrocchiali.
Infine, come ogni altro responsabile della associazione, è importante che sia “una persona che conosce e vive con convinzione la scelta dell’AC” e che abbia il senso del valore dei luoghi istituzionali della vita associativa “senza sottovalutarli e senza enfatizzarli, perché l’AC non si dissolva in un’esperienza spontaneistica né si trasformi in un’esperienza burocratica dove l’aspetto esteriore prevale su quello interiore” (Progetto Formativo pag.88).
“Pensare” il responsabile parrocchiale del settore giovani diventa, quindi, una sfida fondamentale  che ogni associazione può accogliere. In un’associazione numericamente grande e con molti educatori, infatti, il responsabile potrà operare affinché il settore giovani non sia una somma di gruppi da comporre faticosamente, ma un’unica esperienza formativa articolata al suo interno. Tale figura sarà altrettanto importante nelle associazioni parrocchiali più piccole, dove per ogni gruppo del settore giovani è assegnato, spesso, un solo educatore e la necessità di condividere il proprio servizio, i propri dubbi, le proprie gioie, diventa una priorità perché “non si è educatori in proprio né in forma solitaria, bensì sentendosi espressione e parte di un’esperienza comunitaria più grande” (Progetto Formativo pag.86). 

Insomma una persona veramente importante per tutta la comunità parrocchiale, oltre che per l'AC... per questo diventa fondamentale l'impegno di ognuno, soprattutto dell'equipe degli educatori, a camminare insieme al proprio responsabile e a sostenere le scelte comuni con forza e coraggio....!!!

venerdì 26 agosto 2011

ACR CHIUGIANA per tutti gli archi di età!!


Ecco la novità 2012 dell'AC di Chiugiana: dopo un cammino di sperimentazione l'ACR si aprirà a ragazzi di tutte le età, da 6 a 14 anni, proponendo cammini separati per i diversi archi di età!! Avete capito bene, i nostri ragazzi sono cresciuti "in età e grazia" ed è ora di proporre a tutti i ragazzi della parrocchia che vorranno farne parte questo stupendo cammino di INIZIAZIONE CRISTIANA!

Clickate sulle immagini per saperne di più: in programma ci sono animazione nelle domeniche di settembre fuori dalla Santa Messa delle 11; festa iniziale il 24 settembre e gruppo settimanale ogni sabato... siete pronti ragazzi? Spargete voce ai vostri amici, si parte!!!

Cosa manca ancora?! Ah, si, come saprà che è attento alla vita della parrocchia già da quest'anno è possibile prepararsi in ACR ai Sacramenti, grazie ad uno specifico cammino organicamente inserito nella proposta annuale...

Per leggere COS'E' L'ACR clicka sull'immagine.

CHIAMA ANCHE TE!

CHIAMA ANCHE TE!
Chi? Cosa? "Chiama anche te!" è lo slogan dell'Adesione 2012 all'Azione Cattolica! è rivolto a tutti: a chi ha già incontrato da qualche anno l'associazione ed è consapevole di questa vocazione e a chi conosce l'AC ed è interrogato da questa domanda: cosa devo rispondere?!
L'esperienza dell'adesione è sempre personale ed interroga profondamente la coscienza di ognuno. Si risponde SI ad una chiamata quando ci si sente in famiglia, quando si pensa di avere trovato ciò che si era a lungo cercato, quando si sente che quello è davvero il proprio posto nel mondo... ma non solo! Con coraggio si risponde SI nei momenti di fatica, di aridità spirituale, di ricerca, anche, perché no, di tristezza. Si risponde SI spesso quando si ricorda l'entusiasmo: a volte il ricordo basta a portare avanti e far rifiorire la fede. Si risponde SI anche se non si è convinti: lo fanno tutti...e pensiamo che quel SI non serva...ma ci sbagliamo, perché tutto serve e ha un senso se guardiamo il mondo con gli occhi di Dio. Si risponde SI anche con paura: paura delle responsabilità, del futuro, della scelta.
SI perché l'AC è una scelta, che si può fare con incoscienza, con facilità, con mediocrità, ma anche con fatica, con coraggio, con gioia, con entusiasmo, con fede... e in ogni caso, lo sappiamo bene, tutti questi SI sono motivati in fondo da Qualcuno.

Tu cosa scegli?! ;)

giovedì 25 agosto 2011

E' L'AMORE...!

Quante volte abbiamo detto ai nostri amici, quando li vedevamo un po' assenti e con l'aria trasognata "è l'amore"?! Oggi il Settore Giovani di AC usa questo linguaggio per proporre il nuovissimo sussidio sull'AFFETTIVITA': ecco l'articolo postato sul portale Giovani di AC.


È l’amore…” è l’ultimo contributo che il settore giovani offre a tutti i giovanissimi e i giovani di AC e non, credenti e non, per affrontare il grande tema dell’affettività.

Un romanzo, perché l’amore, dopo averlo provato, va raccontato. Alcune schede, perché da giovani, fidanzati o in ricerca, qualche idea ce la siamo fatta.

Un linguaggio spigliato e uno sguardo rasoterra. L’obiettivo è quello di raccontare in presa diretta la vita affettiva dei giovani, senza staccarsi da una realtà che non sempre risponde alla morale tradizionale. Eppure quanto la Chiesa trasmette conduce la persona alla sua piena umanità: i “no” che rimbombano oggi sui media, non appena si occupano di Chiesa e affettività, nascono in realtà dei “sì” speciali detti all’uomo, ai sentimenti veri, alla crescita e al rispetto.

Abbiamo tentato allora di dirli questi “sì”, percepiti amando sulla nostra pelle. Parlando da giovani a giovani, non certo da esperti, perché di affettività, vissuta ogni giorno, tutti siamo a modo nostro esperti.

Procedendo per grandi temi, si parte dalla figliolanza, perché il rapporto primario coi genitori dà un’impronta profonda al nostro modo di relazionarci. Certo, poi siamo noi a prendere in mano la nostra vita e a decidere come vogliamo le relazioni, sviluppate nell’amicizia. Grazie al discernimento vocazionale viviamo un fidanzamento che è infatuazione, innamoramento, amore, che è progetto di vita con colui o colei che abbiamo accanto, l’atto di fiducia più grande. Oppure comprendiamo che la nostra vita è altrove, nella consacrazione, con tutta la portata affettiva che ha. Ci siamo concessi anche un piccolo sogno vero, per dire come vogliamo la nostra famiglia: porta d’entrata sempre aperta a filo di marciapiede, accogliente verso chi ha bisogno, riferimento per la comunità e fonte di impegno attivo.

Abbiamo detto la nostra anche sulle grandi controversie del nostro tempo. Non si tratta di capire cosa sia l’omosessualità, ma di accogliere. Non si tratta di giudicare i rapporti prematrimoniali, ma di evitare l’uso dell’altro. Non si tratta di rifiutare la convivenza, ma di scoprire la grandezza del sacramento del matrimonio.

“È l’amore…” rappresenta una tappa importante nel cammino che il settore giovani ha iniziato col seminario “L’amore conta” nel gennaio del 2010 e affianca gli appunti per una regola nella costruzione del progetto di vita di ogni giovane.

Attendiamo tutti i riscontri di chi lo ha letto o consigliato ai propri giovani (giovani@azionecattolica.it) e siamo disponibili per venire a presentarlo nelle diocesi d’Italia. 

mercoledì 24 agosto 2011

BASSETTI ALLA GMG: Vogliamo vedere Gesù!!

Eccolo il nostro Vescovo, alla sua prima catechesi durante la GMG di Madrid!!! Di fronte ai giovani di alcune diocesi italiane, ha riflettutto sulla precarietà che ormai contraddistingue il nostro tempo: “Tutto è instabile, tutto è transitorio, tutto è liquido; la precarietà sembra essere divenuta il necessario corollario di un’idea di libertà che s’affanna a fare a mano di Dio”.


Leggiamo tutta la catechesi, in cui il vescovo risponde alla domanda che ognuno di noi gli rivolge: VOGLIAMO VEDERE GESU'!!




«Vogliamo vedere Gesù» (Gv 12,21). È questa la domanda che un gruppo di greci, di pagani, di gente estranea alla fede nel Dio d’Israele, rivolgono agli apostoli. 

«Il desiderio di vedere Dio abita il cuore di ogni uomo e di ogni donna. Cari giovani, lasciatevi guardare negli occhi da Gesù, perché cresca in voi il desiderio di vedere la Luce, di gustare lo splendore della Verità. Che ne siamo coscienti o no, Dio ci ha creati perché ci ama e affinché lo amassimo a nostra volta. Ecco il perché dell’insopprimibile nostalgia di Dio che l’uomo porta nel cuore: “Il tuo volto, Signore, io cerco. Non nascondermi il tuo volto” (Sal 27, 8). Questo Volto – lo sappiamo – Dio ci ha rivelato in Gesù Cristo». (Giovanni Paolo II, Messaggio per la XIX GMG, 4.4.2004)

Vogliamo vedere Gesù è la domanda che oggi rivolgete anche a me, successore degli apostoli: voi sapete, o almeno intuite, che la Bellezza del Suo Volto è la risposta ad ogni vostra inquietudine. E intuite anche, o già sapete, che solo nel Vangelo così come è stato trasmesso dagli Apostoli, dai primi testimoni della morte e risurrezione del Signore, si mostra la Verità che è anche Vita e Via, Bellezza attraente e affascinante. Siete qui, chiamati da Cristo attraverso Pietro, per immergervi in questa Bellezza e chiedete che oggi, l’Apostolo, vi mostri il Signore.

Ebbene, oggi sono io, l’apostolo, a dirvi: fate vedere voi Gesù! Immersi nella vita della Chiesa, diventate voi, per il mondo, per i vostri contemporanei, il volto del Signore. Siate voi coloro che rendono vera, per altri giovani, quella beatitudine di cui parlava Gesù a Tommaso: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!« (Gv 20,29). Voi potete vedere il Signore nella vita della Chiesa, la comunità sorretta dalla fede degli apostoli che furono testimoni oculari di un fatto: della morte e della risurrezione del Crocifisso. Noi non crediamo a favole artificiosamente inventate (cf. 2Pt 1,16), non crediamo ad una filosofia, non ci siamo innamorati di un sistema morale, crediamo invece alla parola di testimoni oculari, di coloro che si videro travolgere la loro povera e misera vita dallo splendore di un sepolcro vuoto all’alba di un giorno che ha cambiato, per sempre, la storia. Noi crediamo, la fede della Chiesa crede nel Signore Risorto visto da Tommaso e dai suoi amici, e siamo, per questo beati, siamo felici secondo la promessa del Salvatore. 

«Ogni credente è come un anello nella grande catena dei credenti. Io non posso credere senza essere sorretto dalla fede degli altri, e, con la mia fede, contribuisco a sostenere la fede degli altri” (Catechismo della Chiesa Cattolica, 166). Ringraziamo sempre il Signore per il dono della Chiesa; essa ci fa progredire con sicurezza nella fede, che ci dà la vera vita (cfr Gv 20,31)» (Messaggio XXVI, n.5).

Immersi in Cristo, diveniamo noi stessi Cristo: è sant’Agostino che commentando il vangelo di San Giovanni esorta con queste parole i cristiani, esorta noi, oggi a rallegrarci, a rendere grazie a Dio «non soltanto perché ci ha fatti diventare cristiani, ma perché ci ha fatto diventare Cristo stesso. Vi rendete conto, cari giovani, di quale grazia ci ha fatto Dio, donandoci Cristo come Capo? Esultate, gioite, siamo divenuti Cristo», così predicava sant’Agostino (Commento al Vangelo di San Giovanni, Omelia 21, 8).

Fate fiorire, dunque, il vostro battesimo e fate vedere Dio, diventate testimoni di Dio in un mondo che vuole emarginarlo «dalla vita delle persone e della società, prospettando e tentando di creare un “paradiso” senza di Lui. Ma l’esperienza insegna che il mondo senza Dio diventa un “inferno”: prevalgono gli egoismi, le divisioni nelle famiglie, l’odio tra le persone e tra i popoli, la mancanza di amore, di gioia e di speranza» (Messaggio XXVI, n. 3). A questo mondo voi siete inviati per mostrare il volto di Dio, in questo mondo il vostro battesimo vi abilita alla testimonianza, per questo mondo siete la coscienza critica, testimoni di quell’oltre che non può mai essere eliminato. «La fede si rafforza donandola» (Giovanni Paolo II, Redemptor missio, 2), non cedete ad un cristianesimo individualista, contrastate la tentazione di una fede dolciastra fatta di buoni sentimenti senza lo scandalo della croce, combattete la tentazione della chiusura nel vostro piccolo mondo, aprite invece le porte della vostra fede alle ansie, alle speranze, alle gioie, alle angosce dei vostri contemporanei. Facendo questo, troverete «la forza per vincere le proprie debolezze e superare ogni avversità» (Messaggio XXVI, n. 5). 

È la vostra vita quotidiana, la vostra dedizione allo studio, al lavoro, la decisione di farne un servizio d’amore al prossimo, che i vostri coetanei attendono. Proclamate la vittoria di Cristo sull’ozio, sul nulla, sulle pigrizie, sugli egoismi. Fate che vinca prima di tutto in voi, rivestitevi di Cristo, abbiate i suoi sentimenti, diventate competenti nella vostra professione, siate onesti, fieri della fede, forti nella speranza, innamorati della carità, e allora saranno i vostri stessi amici a chiedervi il perché della vostra vita. Infatti se è vero che questo nostro tempo non ama i maestri, anzi, è pieno di cattivi maestri, non di meno, tutti cercano testimoni (cf. Paolo VI, Evangelii nuntiandi, n. 41) che certifichino con una vita che interroga, che affascina, che disturba, la via buona per l’uomo. 

Non lasciatevi ingannare da quanti rifiutano Gesù: in realtà lo stanno cercando senza saperlo, non indietreggiate di fronte al cinismo, alla sufficienza, allo scherno, Cristo ama e cerca personalmente ogni uomo, ogni donna: ha bisogno di voi per toccarli, per parlargli. E se stai pensando che anche la tua fede è piccola, se anche tu, a volte ti trovi tra i cinici, o tra quelli che rinnegano, che si vergognano di Gesù, io ti dico oggi: coraggio, Cristo non ti giudica, Lui vede quello che puoi diventare come nel rinnegatore ha visto il Pastore universale, Lui vede, nella Sua misericordia, quello che può fare in te se solo ti apri, nella fede, alla Sua potenza. Mettiti in gioco, apri le porte del tuo cuore a Cristo: se ha trasformato undici poveri uomini ignoranti e pieni di paura, traditori e vigliacchi, in uomini forti che hanno testimoniato, i più con il sangue, la verità del Vangelo, può trasformare anche te in un coraggioso testimone dell’amore. Tanti prima di noi, tanti oggi, non si sono arresi e non si arrendono alla logica della 

mediocrità. Circondati da questi testimoni, non arretriamo, ma andiamo avanti, vai avanti, sapendo che Cristo, l’autore e il perfezionatore della fede (cf. Eb 12,1-2), ti precede e ti conferma nella tua testimonianza. Anche tu, se credi, se sai vivere e testimoniare la tua fede ogni giorno, diventi strumento per far ritrovare ad altri giovani come te il senso e la gioia della vita, che nasce dall’incontro con Cristo! (cf. Messaggio XXVI, n. 5)

Lasciate che il Suo mistero illumini tutta la vostra persona! In questa maniera potrete portare nei vostri ambiti, nella scuola come nel lavoro, nella famiglia come nelle istituzioni, nei luoghi di svago come in quelli del dolore, quella novità che può cambiare le relazioni, le istituzioni, le strutture, per costruire un mondo più giusto e solidale, animato dalla ricerca del bene comune. Se Cristo è in voi, potrete non cedere a logiche individualistiche ed egoistiche! In questo siete aiutati, confortati, accompagnati, dalla testimonianza di tanti giovani che hanno raggiunto la meta della santità: pensate a santa Teresa di Gesù Bambino, san Domenico Savio, santa Maria Goretti, il beato Pier Giorgio Frassati, il beato Alberto Marvelli! – e tanti altri, a noi sconosciuti, ma che hanno vissuto il loro tempo nella luce e nella forza del Vangelo, e hanno trovato la risposta: “come vivere, che cosa devo fare per vivere” (Cf. Benedetto XVI, Incontro con i giovani della Diocesi di San Marino – Montefeltro, 19.6.2011).

Resta vero infatti, che anche se da molti, specialmente dai mezzi di comunicazione, viene propagata l’idea che sia bene pensare a se stessi, che la via di salvezza consiste nel ritirarsi nel privato, o nella casa del Mulino bianco, o in un edonismo sfrenato, che l’individualismo sia la carta vincente, nonostante questo, quelli che lasciano un segno, quelli a cui davvero gli uomini vanno dietro sono coloro i quali spendono la vita per farne qualcosa di grande. E non c’è grandezza maggiore di Cristo che dà la vita per il mondo, non c’è grandezza maggiore di chi, sulle orme di Cristo, offre la propria vita per farlo conoscere. Cristo ti stima degno di essere Suo testimone nel mondo. Non c’è dignità e onore maggiore di questo. Sogna in grande allora, e mettiti alla sequela del Signore, lasciando intravvedere i Suoi tratti nei tuoi. 

[Vi racconterò la mia esperienza a Firenze con Madre Teresa di Calcutta]

In questo modo voi giovani vincete il mondo con la sua logica di morte, vincete il mondo con la vostra fede in Gesù Cristo (cf 1Gv 5,5), e potete farlo in unione con Colui che ha vinto il mondo (cf. Gv 16,33). A voi Giovanni Paolo II ha affidato un compito, in voi ha visto le sentinelle del mattino, a voi, insieme con lui, io ripeto con le sue parole che: «nel corso del secolo che muore, giovani come voi, venivano convocati in adunate oceaniche per imparare ad odiare, venivano mandati a combattere gli uni contro gli altri. I diversi messianismi secolarizzati, che hanno tentato di sostituire la speranza cristiana, si sono poi rivelati veri e propri inferni. Oggi siete qui convenuti per affermare che nel nuovo secolo voi non vi presterete ad essere strumenti di violenza e distruzione; difenderete la pace, pagando anche di persona se necessario. Voi non vi rassegnerete ad un mondo in cui altri esseri umani muoiono di fame, restano analfabeti, mancano di lavoro. Voi difenderete la vita in ogni momento del suo sviluppo terreno, vi sforzerete con ogni vostra energia di rendere questa terra sempre più abitabile per tutti. 

Cari giovani del secolo che inizia, dicendo “sì” a Cristo, voi dite “sì” ad ogni vostro più nobile ideale. Non abbiate paura di affidarvi a Lui. Egli vi guiderà, vi darà la forza di seguirlo ogni giorno e in ogni situazione» (Giovanni Paolo II, Veglia di preghiera, 19.8.2000, Tor Vergata). 

Bentornati!!! La parola ai giovani (e al Papa)


Si, sono tornati i giovani della GMG, e stavolta il nostro blog dà loro la voce per raccontare qualche pezzettino di questa fantastica esperienza:

"madrid, jmj 2011... una di quelle esperienze che non dimenticherò mai!!! grazie a tutti, ma grazie soprattutto a TE (LUI) che rende possibile tutto questo... FIRMES EN LA FE...!!"

"‎...." SE NON CREDI ALLORA NON VEDI ".....:)"

"W la JMJ 2011 MADRID!!!!!!! :)"

"oggi è stata una emozione vedervi arrivare tutti insieme...tutti voi un pezzetto di me"

"World Youth Day Rio 2013 Ossì!! se Dio vuole saremo anche a questa!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!"

"Questa GMG rimarrà a lungo nel mio cuore! Ringrazio tutte le persone con cui ho avuto la possiblità di vivere questa splendida avventura per la sopravvivenza :)"

"TUTTO IL MONDO sotto la stessa luce sotto la Sua Croce..radicati e fondati in Cristo..saldi nella fede..e anche a sto giro l'Capo ha fatto i numeri!!"

"Un trambusto di giovani, forte, impetuoso, scuoteva la terra davanti al Signore, ma il Signore non era nel trambusto; e dopo il trambusto, la musica assordante, ripetitiva, esagerata, suonava da ore tra i giovani, ma il Signore non era nella musica.E dopo la musica il silenzio. Quando i giovani lo udirono, si inginocchiarono davanti alla potenza del Dio vivente."

"Divano-Pasta alla norcina-Un bagno tutto per me-... Sembra lusso sfrenato :P I ♥ JMJ"

"ESTA ES LA JUVENTUD DEL PAPA! JMJ MADRID 2011"

"ESTA ES LA JUVENTUD DEL PASCO!!!!"

"‎Todo el universo sin El no quadra..."

"JMJ Spettacolare! Waiting for Rio de Janeiro 2013!!"

"Tornata!!...Stanca ma felice! Il Signore è grande!!!"



E dopo le parole dei giovani, ecco le parole del Papa alla veglia, espresse salutando i giovani di tutto il mondo in diverse lingue:


"Cari amici, grazie per la vostra gioia e per la vostra resistenza! La vostra forza è più grande della pioggia. Grazie! Il Signore, con la pioggia, ci ha mandato molte benedizioni. Anche con questo siete un esempio.
Cari giovani di lingua francese, siate orgogliosi di avere ricevuto il dono della fede, è essa che illuminerà la vostra vita in ogni istante. Appoggiatevi sulla fede dei vostri cari, sulla fede della Chiesa! Tramite la fede noi siamo fondati in Cristo. Ritrovatevi assieme ad altri per approfondirla, frequentate l’Eucarestia, mistero della fede per eccellenza. Solo Cristo può rispondere alle aspirazioni che portate in voi. Lasciatevi afferrare da Dio perché la vostra presenza nella Chiesa le dia un nuovo slancio!
Cari giovani, in questi momenti di silenzio davanti al Santissimo Sacramento, eleviamo le nostre menti e i nostri cuori verso Gesù Cristo, il Signore della nostra vita e del futuro. Possa Egli infondere il suo Spirito su di noi e sull’intera Chiesa, perché possiamo essere un faro di libertà, di riconciliazione e di pace per il mondo intero.
Cari giovani cristiani di lingua tedesca! Nel profondo del nostro cuore desideriamo ciò che è grande e bello nella vita. Non lasciate cadere i vostri desideri e aneliti nel vuoto, ma rendeteli saldi in Gesù Cristo. Egli stesso è il fondamento che sostiene e il punto sicuro di riferimento per una vita piena.
Mi rivolgo ora ai giovani di lingua italiana. Cari amici, questa Veglia rimarrà come un’esperienza indimenticabile della vostra vita. Custodite la fiamma che Dio ha acceso nei vostri cuori in questa notte: fate in modo che non si spenga, alimentatela ogni giorno, condividetela con i vostri coetanei che vivono nel buio e cercano una luce per il loro cammino. Grazie! Arrivederci a domani mattina!
Cari amici, invito ognuno di voi a stabilire un dialogo personale con Cristo, esponendogli i vostri dubbi e soprattutto ascoltandolo. Il Signore è qui e vi chiama! Giovani amici, vale la pena sentire nel nostro cuore la Parola di Gesù e camminare seguendo i suoi passi. Domandate al Signore che vi aiuti a scoprire la vostra vocazione nella vita e nella Chiesa, e a perseverare in questa vocazione con gioia e fedeltà, sapendo che Egli mai vi abbandona e mai vi tradisce. Lui è con noi fino alla fine del mondo.
Cari giovani amici venuti dalla Polonia! Questa nostra veglia di preghiera è pervasa dalla presenza di Cristo. Sicuri del Suo amore avvicinatevi a Lui con la fiamma della vostra fede. Lui vi riempirà della Sua vita. Edificate la vostra vita su Cristo e sul Suo Vangelo. Vi benedico di cuore."


martedì 23 agosto 2011

ATMOSFERA GMG

Di ritorno oggi i più di 600 giovani della Diocesi di Perugia-Città della Pieve, tra cui circa 90 di AC, che hanno partecipato alla GMG di Madrid 2011.
Con loro anche il nostro Vescovo, il responsabile della Pastorale Giovanile Don Riccardo, e il nostro caro Don Fabio, che ha condiviso con i tanti giovani della parrocchia l'esperienza di fatica e gioia che ogni GMG porta sempre con se.

Per respirare l'atmosfera che hanno vissuto i giovani di tutto il mondo, circa 2 milioni, lo scorso fine-settimana, vi proponiamo il discorso del Papa, preparato per la Veglia di sabato sera e purtroppo tagliato a causa delle avverse condizioni meteo... parole che entrano nel cuore e lì scavano, scavano, scavano...


"Cari giovani,
vi saluto tutti, in particolare i giovani che mi hanno formulato le loro domande, e li ringrazio per la sincerità con la quale hanno prospettato le loro inquietudini, che esprimono, in un certo modo, l’anelito di tutti voi per giungere a qualcosa di grande nella vita, qualcosa che vi dia pienezza e felicità.

Però, come può un giovane essere fedele alla fede cristiana e continuare ad aspirare a grandi ideali nella società attuale? Nel Vangelo che abbiamo ascoltato, Gesù ci dà una risposta a questa importante questione: «Come il Padre mi ha amato, così io ho amato voi; rimanete nel mio amore» (Gv 15,9).

Sì, cari amici, Dio ci ama. Questa è la grande verità della nostra vita e che dà senso a tutto il resto. Non siamo frutto del caso o dell’irrazionalità, ma all’origine della nostra esistenza c’è un progetto d’amore di Dio. Rimanere nel suo amore significa quindi vivere radicati nella fede, perché la fede non è la semplice accettazione di alcune verità astratte, bensì una relazione intima con Cristo che ci porta ad aprire il nostro cuore a questo mistero di amore e a vivere come persone che si riconoscono amate da Dio.

Se rimarrete nell’amore di Cristo, radicati nella fede, incontrerete, anche in mezzo a contrarietà e sofferenze, la fonte della gioia e dell’allegria. La fede non si oppone ai vostri ideali più alti, al contrario, li eleva e li perfeziona. Cari giovani, non conformatevi con qualcosa che sia meno della Verità e dell’Amore, non conformatevi con qualcuno che sia meno di Cristo.

Precisamente oggi, in cui la cultura relativista dominante rinuncia alla ricerca della verità e disprezza la ricerca della verità, che è l’aspirazione più alta dello spirito umano, dobbiamo proporre con coraggio e umiltà il valore universale di Cristo, come salvatore di tutti gli uomini e fonte di speranza per la nostra vita. Egli, che prese su di sé le nostre afflizioni, conosce bene il mistero del dolore umano e mostra la sua presenza piena di amore in tutti coloro che soffrono. E questi, a loro volta, uniti alla passione di Cristo, partecipano molto da vicino alla sua opera di redenzione. Inoltre, la nostra attenzione disinteressata agli ammalati e ai bisognosi sarà sempre una testimonianza umile e silenziosa del volto compassionevole di Dio.

Cari amici, che nessuna avversità vi paralizzi! Non abbiate paura del mondo, né del futuro, né della vostra debolezza. Il Signore vi ha concesso di vivere in questo momento della storia, perché grazie alla vostra fede continui a risuonare il suo Nome in tutta la terra.

In questa veglia di preghiera, vi invito a chiedere a Dio che vi aiuti a riscoprire la vostra vocazione nella società e nella Chiesa e a perseverare in essa con allegria e fedeltà. Vale la pena accogliere nel nostro intimo la chiamata di Cristo e seguire con coraggio e generosità il cammino che ci propone!

Molti sono chiamati dal Signore al matrimonio, nel quale un uomo e una donna, formando una sola carne (cfr Gn 2,24), si realizzano in una profonda vita di comunione. È un orizzonte luminoso ed esigente al tempo stesso. Un progetto di amore vero che si rinnova e si approfondisce ogni giorno condividendo gioie e difficoltà, e che si caratterizza per un dono della totalità della persona. Per questo, riconoscere la bellezza e la bontà del matrimonio, significa essere coscienti che solo un contesto di fedeltà e indissolubilità, come pure di apertura al dono divino della vita, è quello adeguato alla grandezza e dignità dell’amore matrimoniale.

Cristo chiama altri, invece, a seguirlo più da vicino nel sacerdozio e nella vita consacrata. Che bello è sapere che Gesù ti cerca, fissa il suo sguardo su di te, e con la sua voce inconfondibile dice anche a te: «Seguimi!» (cfr Mc 2,14).

Cari giovani, per scoprire e seguire fedelmente la forma di vita alla quale il Signore chiama ciascuno di voi, è indispensabile rimanere nel suo amore come amici. E come si mantiene l’amicizia se non attraverso il contatto frequente, la conversazione, lo stare uniti e il condividere speranze o angosce? Santa Teresa di Gesù diceva che la preghiera è «conversare con amicizia, stando molte volte in contatto da soli con chi sappiamo che ci ama» (cfr Libro della vita, 8).

Vi invito, quindi, a rimanere ora in adorazione di Cristo, realmente presente nell’Eucarestia. A dialogare con Lui, a porre davanti a Lui le vostre domande e ad ascoltarlo. Cari amici, prego per voi con tutta l’anima. Vi supplico di pregare anche per me. Chiediamo al Signore, in questa notte, attratti dalla bellezza del suo amore, di vivere sempre fedelmente come suoi discepoli. Amen!"